Nella storia delle costruzioni elettromeccaniche, che è costellata di scoperte e invenzioni che sono state alla base di buona parte degli sviluppi scientifici che hanno plasmato il mondo in cui viviamo anche oggi, sono pochi gli elementi che hanno la stessa posizione centrale e l’assoluta rilevanza ricoperte dal semplice elettromagnete; un pezzo di ferro dolce avvolto da un cavo di rame che si trasforma in un potente magnete non appena vi viene immessa una corrente elettrica.
La scoperta fondamentale – quella che ogni e qualsiasi corrente elettrica crea immediatamente un campo magnetico – si deve ad uno scienziato Danese, Hans Christian Ørsted, e risale al 1820: bastarono solamente quattro anni perché, in Inghilterra, un altro scienziato di nome William Sturgeon sviluppasse il primo elettromagnete.
Si trattava di un pezzo di ferro a forma di ferro di cavallo, verniciato per proteggerlo dalla corrente e avvolto diciotto volte con cavo di rame semplice (il cavo isolato a cui noi siamo abituati ancora non esisteva). Come previsto, al passaggio della corrente, il ferro di cavallo divenne magnetico e in grado di attrarre altri pezzetti di ferro, capacità che perse al cessare del passaggio della corrente stessa.
A stupire fu soprattutto la sua potenza: a fronte di un peso di poco più di due etti dell’intero elettromagnete, questo era in grado di sollevare circa quattro chili di ferro quando alimentato da una batteria a cella singola. E teniamo conto del fatto che essere obbligato ad usare cavo di rame nudo costringeva Sturgeon a limitare il numero di avvolgimenti e tenerli in uno strato unico, il che in realtà limitava di molto la potenza dell’elettromagnete.
Il limite fu superato nel 1827 da uno scienziato Americano, di nome Joseph Henry. La sua idea fu semplice ma geniale: avvolse il cavo di rame in filo di seta, isolandolo e potendo così effettuare avvolgimenti multipli e molto più fitti, con migliaia di spire: arrivò a fabbricare un elettromagnete in grado di sollevare quasi una tonnellata di ferro. L’elettromagnete trovò immediatamente impiego nella rete telegrafica allora in grande sviluppo.
Il resto, come si suol dire, è storia.