Siamo ormai abituati al fatto che la ricerca scientifica, statistica, sociologica, non vada a toccare solamente argomenti di respiro molto ampio e che sentiamo, magari a torto, molto lontani dalla nostra vita quotidiana; ormai tutto è oggetto di studio, analisi e riflessione, e non c’è quindi da stupirsi se di recente c’è un significativo proliferare di ricerche accademiche condotte con rigore scientifico anche su un argomento che ci coinvolge tutti, e che tutti pensiamo sia quanto di meno scientifico esista, come l’amore.
Barriere che cadono
L’aspetto forse più interessante rilevato in molti di questi studi è che la digitalizzazione, la diffusione ormai capillare di internet, non soltanto sta ovviamente influenzando anche il modo di conoscersi (pare che un terzo dei rapporti che approdano ad un matrimonio, negli Stati Uniti, sia iniziato su un sito di incontri online) ma lo stia facendo in maniera del tutto inaspettata, ossia abbattendo distinzioni, barriere e differenze di ceto sociale che sembravano insuperabili.
Probabilmente la ragione di questo avvenimento, di per sé più che positivo, deve essere cercata proprio in quell’estrema democrazia che regola i rapporti sul web. Gli incontri che avvengono di persona, necessariamente, si verificano in ambienti che ci sono socialmente prossimi: faccia a faccia, conosciamo persone che fanno parte del nostro ceto, abitano vicino a noi, frequentano gli stessi locali. Ma su Internet la distanza si annulla, ed è altrettanto immediato conoscere qualcuno che, di persona – magari per una distanza fisica, ma altrettanto facilmente appunto per una questione di distanza sociale – non avremmo mai potuto incontrare. E spesso queste differenze svaniscono di fronte alla facilità di trovare – comunicando fuori da quegli schemi e rigidità sociali – punti in comune più profondi e più interessanti.
Un processo di normalizzazione
E c’è di più. Pensiamo all’inizio del millennio: allora, incontrare un partner online era essenzialmente o qualcosa di legato all’appartenenza a una minoranza – pensiamo a quanti omosessuali, vessati e discriminati di persona, hanno trovato un luogo sicuro per conoscersi in rete – oppure ad una precisa volontà di trasgredire, magari per rapporti sessuali occasionali. Al limite, chi cercava l’amore in rete – o anche soltanto usava questo strumento per conoscere nuove persone – poteva essere visto come un “solo cronico”, qualcuno di incapace di approcciare le persone nel mondo reale.
Oggi, fortunatamente, le cose sono molto cambiate. La rete è un posto come un altro dove conoscere persone, e i rapporti attraversano entrambi i mondi, fisico e virtuale, in maniera continuata. Pensiamo agli adolescenti, per cui la chiacchierata passa senza soluzione di continuità dalla chat sullo smartphone all’incontro in un locale, per poi riprender e, praticamente incessante. E all’emozione di quando arriva il messaggio di una persona speciale, tanto simile a quella che un tempo si associava all’attesa dell’incontro da farci pensare che, forse, fra tante modalità che cambiano il cuore della questione in fondo non cambia mai.